GENDER E LEADERSHIP: MEGLIO UN CAPO UOMO O DONNA?
“Impossibile rispondere” commentano dal Gruppo Hays.
Ma se negli Stati Uniti potessero scegliere i lavoratori preferirebbero un boss maschile
Milano, 13 ottobre 2015 – Sul lavoro ci sono capacità o talenti che rendono una donna migliore
(o peggiore) di un collega maschio? Tra i due generi, quale sa farsi valere di più al timone di
un’azienda? “È bene mettere subito le cose in chiaro: non esiste una risposta a queste domande.
Si potrebbe parlare per ore senza giungere a una conclusione” – afferma Sofia Cortesi, Finance
Director di Hays, uno dei gruppi leader a livello globale nel recruitment specializzato. “Le questioni
di genere sul posto di lavoro sono una materia di discussione che è stata esplorata da numerose
angolazioni, ma se si cerca di stabilire a chi debba essere assegnata la palma del migliore si rischia
di generalizzare, cadendo in stereotipi molto spesso infondati e inconcludenti”. Quello che si può
fare, invece, è sentire i professionisti per capire se per loro, ha ancora importanza rispondere ad
un capo in tailleur o un manager in giacca e cravatta.
Secondo quanto emerge, per esempio, da una ricerca della società Gallup condotta lo scorso
anno negli Stati Uniti su un campione di 1.000 lavoratori*, ipotizzando di iniziare un nuovo
impiego, il 26% degli intervistati (vs 39% delle intervistate) preferirebbe interfacciarsi con un
capo maschio, mentre solo il 14% degli uomini (vs 25% del campione femminile) vorrebbe avere
un boss in gonnella. “Ancora oggi, almeno in America, i professionisti sembrano sentirsi più a loro
agio se al comando c’è un uomo – continua Cortesi –. La ragione può essere di natura psicologica.
Una donna è spesso vissuta come una persona ‘lunatica’, esigente ed impulsiva e questo può
generare ansia da prestazione nei propri collaboratori. L’uomo, al contrario, è considerato più
stabile, diretto e pragmatico”.
Anche chi ha già un’occupazione preferirebbe riportare ad un capo uomo. Sempre secondo il
sondaggio condotto da Gallup, tra coloro che già lavorano per un uomo, il 41% afferma di
preferirlo ad una donna (15%). Seppure con uno scarto decisamente minore, lo scenario è simile
anche tra coloro che al momento rispondono ad una donna: il 33% di loro preferirebbe cambiare
ed interfacciarsi con superiore maschio, mentre il 27% vorrebbe continuare a lavorare con una
donna come boss.
Per maggiori informazioni: – Melismelis – tel. 02 33600334 – Angela Drammis -angela.drammis@melismelis.it – Valentina Biffi – valentina.biffi@melismelis.it
“In generale avere un rapporto equilibrato con il proprio responsabile in un ambiente complesso
come quello lavorativo non è mai facile – conclude Cortesi -. Il carattere e la competenza del
superiore sono sicuramente imprescindibili per creare una collaborazione proficua, ma a volte
un’esasperazione delle caratteristiche e degli stereotipi di genere possono creare delle barriere
invalicabili. Non va, infatti, dimenticato che la diversità è un valore fondamentale e solo con
l’equilibrio tra genere maschile e femminile si riescono a raggiungere i migliori traguardi”.
*Gallup – http://www.gallup.com/poll/178484/americans-prefer-male-boss-female-boss.aspx